Coronavirus, dopo la convivenza forzata è boom di separazioni e di chiamate all’investigatore privato
Coronavirus, dopo la convivenza forzata è boom di separazioni e di chiamate all’investigatore privato
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a “reclusione” imposta dall’emergenza sanitaria da Coronavirus ha portato alla scoperta dell’incompatibilità di coppia con il conseguente ricorso all’avvocato per scoprire quanto può costare una separazione tra giudizio, divisioni, mantenimento e spese accessorie. C’è anche chi pensa di rivolgersi all’investigatore privato per trovare le prove di un tradimento che potrebbe incidere, con addebito di colpa, sull’ammontare dell’assegno mensile.
“L’emergenza sanitaria ha dei risvolti sentimentali, certamente – afferma l’avvocato Saschia Soli – Già dopo la prima settimana di confinamento casalingo mi ha chiamato un cliente per sapere come doveva fare per lasciare l’abitazione dove era andato a convivere con la fidanzata. Aveva scoperto che non era il caso di continuare la convivenza”.
Un amore, quindi, nato e finito nel tempo di un decreto anti Covid19. L’emergenza, però, ha portato anche ad acuire le tensioni familiari in situazioni di separazione di fatto. “L’impossibilità di interagire e le difficoltà di coesistenza si sono palesate immediatamente – continua l’avvocato Soli – Tensioni che vanno ad aggiungersi a quelle già esistenti in quei casi che erano già in corso di definizione o che avrebbero dovuto essere definiti, ma che non è stato possibile attuare – conclude l’avvocato Soli – Come fare per allontanare uno dei coniugi dalla abitazione coniugale nel momento in cui nessuno si poteva muovere? E ciò ha creato e sta creando enormi problemi”.
Con l’avvio della Fase 2 e le prime aperture a mobilità e ripresa delle attività commerciali, industriali e professionali, sono riprese anche le telefonate agli avvocati per aver informazioni su separazioni e divisioni.
“Tra studio e sportello dei consumatori sono già parecchie le chiamate di persone che vogliono sapere cosa accadrebbe se si separassero – dice l’avvocato Damiano Marinelli – Il 70% è costituito da uomini e, in genere, si tratta di casi in cui ci sono figli minori, con tutto quello che consegue nella divisione del patrimonio, dell’assegno di mantenimento per moglie e figli. Il primo problema, però, resta la casa: a chi va? Il restante 30% di richieste viene dalle mogli prosegue l’avvocato Marinelli – Quanto ai sospetti di tradimento ci sono e i clienti chiedono quanto potrebbero influire le prove dell’adulterio e se queste possono incidere su una diversa divisione dei beni e del mantenimento”.
Come faccio a provare il tradimento? È una domanda che ricorre spesso tra quelle poste dalle persone che intendono separarsi.
“I servizi coniugali costituiscono il 60% del nostro lavoro, e nel 55% dei casi scopriamo sempre un tradimento – dice Aldo Modena dell’agenzia Sis group – Al momento l’attività investigativa è ferma da 2 mesi, visto che possiamo lavorare come servizio di sicurezza nei supermercati. Prima della chiusura, però, avevamo già diciotto mandati proprio per gli affari coniugali. Ci ritroviamo a fare più gli psicologi che gli investigatori, anche perché finché non si uscirà dalla crisi anche i clienti non sono così disposti a spendere soldi per andare a controllare la moglie o il marito fedifraghi o il dipendente che utilizza male la 104 o i permessi malattia – conclude Modena – Sicuramente rimane tanto lavoro sulle bonifiche dei cellulari e tanti controlli sulle attività online e social del coniuge da comparare con l’attività, sempre sui sociale, di quello o di quella che sarebbe l’amante”.
Da segnalare, infine, l’incremento dei corteggiamenti via social, visto anche il tanto tempo libero da trascorrere e la voglia di uscire di casa dopo una convivenza forzata, a fronte di rapporti già logori in precedenza. E qualcuno potrebbe aver approfittato della passeggiata con il cane o per fare la spesa, anche per riallacciare rapporti con una vecchia fiamma.